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Brain Gym e disabilità, l'esperienza di Mattia

Giuseppina Rotondi

Mattia e la sua tesina.
Brain Gym® per la scuola

Mattia è un ragazzo che seguo da diversi anni con il Brain Gym e altre attività psicocorporee. Grazie a lui e al lavoro fatto insieme ho potuto vivere un momento veramente speciale, un’esperienza unica che può essere da stimolo e suggerimento a chi lavora con la disabilità.

Ho conosciuto Mattia all’età di 13 anni quando frequentava la Scuola Media di Monterenzio insieme a Maria Laura. Erano gli unici ragazzi certificati; con la loro unicità hanno oltrepassato ogni tipo di barriera diventando amici per la pelle ed entrando in una dimensione di forte intesa e complicità che ancora oggi li unisce in un modo unico e speciale.

La prima volta che ho visto Mattia il mio sguardo di Counselor e di Teacher di Brain Gym è stato subito attratto dai suoi occhi “parlanti” e saggi e quando la madre mi ha chiesto di iniziare un percorso con lui è stato un vero onore per me: la disabilità è un grande dono per tutti. 

Ed è così che io e Mattia, con il “supporto” di Maria Laura, abbiamo iniziato la “nostra collaborazione”. Le sue difficoltà, ancora oggi sono la parola, la coordinazione motoria e la manualità fine, ma Mattia è riuscito a fare passi da gigante e a stabilire in poco tempo un contatto attivo con il mondo esterno. Quando poi si è dovuto trovare a confrontarsi con il divario inevitabile che si presenta alle Scuole Superiori, il Brain Gym si è rivelato un anello di comunicazione utile e divertente per lui e per tutti! Ma fino ad allora l’insegnante di sostegno ha continuato a chiedersi se Mattia fosse in grado di capire e comprendere le cose che gli venivano dette. Proprio per queste impenetrabili difficoltà relazionali e comunicative è stato possibile creare un collegamento tra le attività pomeridiane di Mattia e il suo tempo a scuola, grazie all’intervento della madre nell’indicarmi come persona di riferimento per le competenze e le abilità di Mattia. 

Brain Gym per l’integrazione
Non ho potuto fare a meno di notare come di fronte a una disabilità è molto facile che si creino situazioni di disagio, frustranti per tutti coloro che le vivono; in primis il ragazzo, poi a ruota i genitori, il docente di sostegno, gli altri professori e non per ultimi i compagni di classe. 

Dopo essermi recata a Scuola a confermare, dal mio punto di vista, l’intelligenza sopraffina di Mattia, il ragazzo ha potuto beneficiare dell’apertura della sua insegnante di sostegno e della sua capacità di rimettersi in gioco e ricominciare con un nuovo sguardo. Sono riusciti insieme a portare il Brain Gym nella loro scuola, creando momenti di incontro con tutta la classe prima della lezione di inglese: l’insegnante di inglese si era resa disponibile alla sperimentazione di questo progetto integrativo, accettando che venissero “tolti” 5 minuti alla sua ora di lezione. Mattia felice di questa attenzione da parte di tutti, in piedi davanti alla cattedra, dava il meglio di sé e con grandi sorrisi mostrava ai suoi compagni e alla professoressa gli esercizi di Brain Gym mentre loro cercavano di imitarlo. Sono stati momenti di grande gioia, gratificazione e solidarietà per tutti. Finalmente poteva esserci uno scambio e una comunicazione. E così è continuato fino all’ultimo anno, beneficiando tutti degli effetti del Brain Gym. 

Brain Gym per gli esami
A una sola settimana dall’esame di maturità, mi chiama sconcertata la mamma di Mattia: “Pina! Non vogliono far fare l’esame a Mattia! Dicono che non hanno nessun materiale per fare la tesina e che tanto per lui è lo stesso!”.............. Le dico di non perdersi d’animo perché sicuramente avremmo escogitato qualcosa. Era troppo importante per Mattia presentarsi di fronte a una commissione come tutti gli altri compagni di classe. Finalmente una grande occasione per uscire allo scoperto e mostrare ciò che in cinque anni di scuola aveva realizzato. Ogni giorno componeva puzzle di tutti i tipi (Mattia è un asso dei puzzle!), faceva fotocopie per i professori, si impegnava ad andare a scuola e restare ore e ore in un posto “difficile” per lui… e non aveva materiale da portare all’esame?! Aveva anche portato una grande innovazione: il Brain Gym in classe! Non potevano essere queste le “materie” da valutare?

Purtroppo agli occhi di chi vive una normalità quotidiana, tutto questo lavoro spesso può passare inosservato. Allora ci siamo rimboccati le maniche e con un buon grado di attenzione e di osservazione abbiamo fatto diventare ogni piccolo grande passo di Mattia un ottimo materiale su cui costruire una tesina e un esame di maturità. Improvvisamente dal niente è arrivata l’abbondanza! Il confrontarsi con gli altri, il coraggio di esporsi, la capacità di rimanere centrato su un compito, il riuscire a restare nella relazione, l’eseguire un esercizio senza distrarsi, erano tutte capacità che Mattia in cinque anni aveva acquisito in un ambiente scolastico fatto di adolescenti frenetici e caotici, con docenti troppo presi e “costretti” dai loro programmi. Nonostante tutto era riuscito a venire fuori dal suo mondo, aveva appreso di essere un individuo e imparato ad essere attivo. E’ stato un grande apprendimento per lui. Non aveva imparato storia, geografia o tecnica, ma aveva imparato a stare nella relazione con la vita, aveva imparato a non ritrarsi di fronte alla “riuscita” degli altri, a mostrarsi nonostante i suoi limiti e le sue difficoltà oggettive. Con questa convinzione nel cuore e grazie alla caparbietà dei genitori, l’insegnante di sostegno si è resa disponibile a fargli sostenere l’esame, lei avrebbe preparato il materiale delle attività fatte a scuola, compreso quella di Brain Gym, e noi il materiale di quelle extrascolastiche che sostenevano Mattia a dare il meglio di sé nell’apprendimento scolastico. In soli due giorni siamo riusciti a dare voce a tutto ciò che avevamo osservato in Mattia da quando aveva iniziato a fare attività di Brain Gym. Lo abbiamo fotografato mentre eseguiva i movimenti che nel tempo Mattia era riuscito ad eseguire autonomamente e scrivendo per lui, abbiamo raccontato in prima persona la sua lunga esperienza con il Brain Gym. E’ nata così la tesina “Io e il Brain Gym”, simpatica e allegra proprio come Mattia. I nostri racconti sono stati pienamente “confermati” dalle risate di Mattia e dalla soddisfazione sul suo volto quando ha consegnato la tesina alla commissione; i professori, meravigliati della novità hanno voluto eseguire anche loro alcuni movimenti di Brain Gym, soprattutto i “Punti del cervello” al posto del caffè per svegliarsi un po’! 

Brain Gym per la crescita
Al termine dell’esame tutti hanno applaudito Mattia con abbracci e strette di mani, lui era al settimo cielo pieno di stima e di orgoglio per essere stato al centro dell’attenzione e per aver portato a termine qualcosa di importante: un’esperienza memorabile per lui che continuerà a nutrire il suo desiderio di crescere ed imparare. Soprattutto nel campo della disabilità a scuola, un esame deve andare oltre al suo significato standard, deve essere considerato come un grande salto quantico, paragonato alla febbre alta durante l’infanzia, è un grande passo che segna nel sistema psico-fisico-spirituale del bambino la conclusione di un ciclo e l’inizio di un altro, è il presente, è l’anello che unisce passato e futuro, è un grande step verso la fiducia, l’autostima, la sicurezza, il desiderio di crescere e andare avanti. Il bambino ha bisogno di vivere in prima persona questi momenti per fissare dentro di sé la forza personale che lo ha portato di fronte a una commissione, al di là di ogni valutazione. Gli esami inoltre aiutano a prendere coscienza dello spazio temporale, all’interno del quale si sviluppa il senso del ritmo, della quotidianità e della vita. Anche se Mattia non potrà raccontarla con le parole, questa esperienza rimarrà per sempre dentro di lui e continuerà a vivere nel suo corpo e nel suo cervello.

Mattia per ora sa pronunciare solo alcune parole (“papà”, “cao” per dire ciao, “ma” per dire mamma), ma grazie alla sua tesina è riuscito a far arrivare un grande unico messaggio: che quando siamo disposti a cambiare la prospettiva, tutto diventa possibile e realizzabile.

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