La
grafomotricità
è un insieme di
esercizi, giochi, canzoncine, filastrocche, propedeutici per la scrittura.Si occupa e tiene in considerazione, mettendoli come sotto una lente di ingrandimento, tutti gli aspetti della meccanica (e non solo) che riguardano la scrittura,
sperimentandoli e vivendoli
attraverso situazioni giocose e divertenti
(motricità fine, nascita della forma, organizzazione dello spazio, fluidità del gesto, coordinazione oculo-manuale, direzione, pressione).
Se il bambino ha già sperimentato e interiorizzato questi aspetti, quando arriva a scrivere in prima elementare, avrà già acquisito una serie di aspetti e abilità che gli renderanno l’apprendimento della scrittura più fluido e naturale.
Con la
Grafomotricità
questi aspetti vengono presi singolarmente e ampliati attraverso il gioco, si lavora sullo spazio grande per far sì che il bambino li possa sperimentare con il
sostegno della musica e delle filastrocche
per poi arrivare in uno spazio più piccolo, quello che può essere il foglio di un quaderno.
Questi aspetti (posizione, impugnatura, gesto spontaneo…) vengono affrontati e ripresi durante ogni laboratorio con i bambini, per poi inserire volta volta un gesto più strutturato e la nascita delle varie forme.
Sperimentare le forme (il punto, la linea, il tondo, l’occhiello, l’8),
prima in modo spontaneo e poi all’interno anche di uno spazio strutturato, riconoscere e distinguere lo spazio comune dallo spazio personale, portano il bambino ad acquisire sicurezza e rilassatezza rispetto all’apprendimento della scrittura.
Ogni incontro comprende alcuni aspetti che dovranno essere il più possibile costanti:
-
la preparazione al tavolo, dove ricordiamo al bambino che non si scrive solo con la mano ma che
tutto il corpo collabora, aiutandolo a prendere consapevolezza dei piedi che poggiano per terra, della schiena che è dritta e che si appoggia allo schienale della sedia, del pancino che è vicino al tavolo, dei gomiti che appoggia tutti e due sul tavolo, delle spalle e delle braccia che sono rilassate appoggiate sul tavolo, dell’avambraccio e del polso che scivolano sul foglio mentre si scrive, e infine di ogni dito che collabora per tenere in mano la penna e scrivere).
Tutto questo grazie al sostegno di
giochi motori
e di esercizi di
motricità fine.
Anche i movimenti
Brain Gym, soprattutto quelli specifici per la scrittura, memoria e per il movimento degli occhi, sono molto efficaci e dovranno essere sempre gli stessi così il bambino può impararli bene e diventare autonomo nel farli quando ne avrà bisogno.
La grafomotricità è un sostegno per l’
apprendimento della scrittura
e la scrittura comprende l’automatizzazione di una serie di forme strutturate da mettere insieme, soprattutto per quanto riguarda
il corsivo, per ottenere un movimento fluido.
Ogni forma viene presentata singolarmente e ci si arriva dal gesto spontaneo.
Quindi una caratteristica fondamentale della grafomotricità è
partire dalla spontaneità per poi arrivare alla strutturazione del tempo e dello spazio.I bambini sperimenteranno le forme grafiche sia singolarmente che abbinate tra loro, come l’alternanza di tondo e linea che genera le lettere come “d” e “b”.
Posizione - Impugnatura - Direzione - Forma - Fluidità - Pressione - CoordinazioneTutti questi aspetti vengono affrontati singolarmente, mettendoli in una dimensione più grande del foglio sul quale il bambino dovrà scrivere a scuola.
Si lavora sul grande per avere la massima libertà.
Il grande non richiede un controllo.
Scrivere invece in un quaderno all’interno di piccoli spazi o su un rigo, richiede necessariamente un autocontrollo e un’attenzione particolare.
Lo spazio grande inoltre
evita tensione e contrazione muscolare
causate dalla molta concentrazione che occorre per stare all’interno di spazi ristretti.
Il foglio grande aiuta a sciogliere le contrazioni.
Si comincia dal grande per poter poi trovare la dimensione giusta.
Inoltre, nel grande, il bambino è anche più facilitato a comprendere lo spazio personale e lo spazio comune da condividere con gli altri.
Quando il bambino ancora non ha integrato la dimensione alto-basso, per agevolarlo, si può posizione il foglio verticalmente.
A volte, infatti, quando diciamo al bambino di scrivere in alto, lui non sa bene dove farlo rispetto al foglio che ha davanti in posizione orizzontale.
E’ importante imparare anche a posizionare bene il foglio grande che possibilmente dovrà ricoprire tutto il tavolo.
LO STOPQuando si introduce lo Stop vi sarà la nascita della lettera.Il primo lavoro consiste nel muoversi sul foglio per lasciare un traccia scritta e fermarsi allo Stop.
Lo Stop è l’elemento basilare che aiuta a
cambiare direzione.
Attraverso la ripetitività dello Stop, il bambino impara a strutturare liberamente il foglio che ha davanti.
Questo avviene in una prima fase dove spontaneamente il bambino, al comando verbale “Vado e Stop!”, si ferma e disegna qualcosa.
Alcuni bambini all’inizio si fermano sempre negli stessi punti o lì vicino, per questo, in una seconda fase, sarà l’insegnante a strutturare lo spazio.
L’adulto sa già dove andare, i bambini invece hanno
bisogno di tempo per interiorizzare la struttura dello spazio.
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Si parte dal gesto spontaneo per arrivare al gesto strutturatoLa scrittura è un gesto consapevole e lento, ha una direzione e varie forme messe insieme, più la direzione e le forme vengono interiorizzate più
la scrittura è fluida e sicura.
Sperimentando più volte la forma con il corpo, si acquisisce maggior sicurezza e precisione nei movimenti manuali che servono per la scrittura.
La scrittura è un’espressione di quello che già c’è nel corpo, serve a renderlo visibile e a manifestarlo all’esterno.
Quando in prima elementare la maestra farà vedere che la “a” in corsivo si fa con un’asticella in basso a sinistra che sale verso destra, un tondo antiorario che si ferma allo stop e una gambetta che viene giù, i bambini che alla
scuola dell'infanzia hanno sperimentato “la giostra” con la sua scaletta per salire, il suo giro e l’uscita per andare a prendere il gelato, sapranno già come fare.
Lo faranno non per imitazione, ma grazie al
ricordo visivo
e soprattutto a quello
cinestesico.
Quel gesto è stato già interiorizzato e registrato nel loro sistema motorio, proprio come un movimento naturale.
E’ importante per i bambini che la scrittura sia il più possibile un
movimento naturale, perché è uno dei principali mezzi a nostra disposizione per
esprimere quello che abbiamo dentro, quello che abbiamo appreso con i nostri sensi, udito, percepito, è l’espressione della nostra capacità di interpretazione e di elaborazione del pensiero.
Meno tensione fisica e intellettiva il bambino vive nel riprodurre il gesto grafico e più fluida sarà la sua espressione.
La sperimentazione del gesto durante gli anni di Scuola Materna, porta il bambino alla
consapevolezza motoria
di come nascono le lettere, il tutto in modo dolce, divertente e soprattutto
naturale.
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Musica, canzoncine e filastrocche aiutano e sostengono lo sviluppo della creatività del gesto spontaneo per arrivare alla forma del gesto strutturato.***********
Con la Grafomotricità, la scrittura non sarà una cosa nuova da imparare a memoria o a pappagallo, ma diventerà la nuova forma dello
scarabocchio, con naturalezza, motivazione e interesse.
Danza, tra movimento, ritmica e scrittura
Uno dei principi fondamentali della
Pedagogia Olistica, che considera il bambino in ogni suo aspetto (fisico, emozionale, mentale e spirituale) è prima di tutto importanza al corpo, è la consapevolezza che nasciamo corpo.
Cosa desidera fare il corpo, una volta sveglio, sazio e libero?
Vuole muoversi!
Anche il
cervello è parte del corpo,
non si crea da solo
e acquisisce le sue competenze man mano che il corpo cresce. Più il corpo cresce in armonia, più il cervello viene stimolato attraverso gli
organi sensoriali.
Le varie informazioni vengono registrate ed elaborate dal cervello in maniera direttamente proporzionale alla fase evolutiva in cui si trova il bambino.
In un bambino di 4 anni che vuole imparare a leggere e a scrivere,
il cervello è sottoposto ad un forte stress, perché non è ancora pronto a certe elaborazioni.
Nel bambino piccolo la sensazione del proprio corpo è come un pezzo unico, è globale, anche
i disegni rappresentano corpi senza braccia, senza pance, con teste attaccate direttamente alle gambe… e anche il cervello è globale, non ha ancora specializzazioni.
Da qui si evidenzia quanto è importante il rispetto per ogni fase evolutiva del corpo e del cervello, in quanto parte integrante di esso.
Più il corpo fa esperienza di
movimento libero
provando e riprovando le posizioni più svariate per la conquista di nuovi
schemi motori
e di nuove consapevolezze e più il bambino diventa padrone del proprio
centro/equilibrio
e dello spazio intorno a sé.
Diventa sicuro e consapevole di avere a disposizione tutte le capacità per andare avanti verso cose nuove e sconosciute.
A forza di muoversi, di prendere slancio, di cadere e di rialzarsi, di
seguire la sua spinta naturale
verso l’esplorazione e la scoperta di novità sempre più ardue, ecco che lo
sviluppo avviene in un modo globale
e soprattutto al momento giusto per lui.
Il momento giusto per uno non è detto che lo sia anche per qualcun altro…Ogni bambino ha la sua evoluzione e il suo momento per apprendere, al di là di ogni casistica fatta.
La cosa importante è che abbia a disposizione la
libertà di movimento
con tutti gli strumenti che lo stimolano e supportano, come per
eccellenza la musica, il ritmo, i materiali.
La musica, perché?
Perchè apre i
canali uditivi di ricezione, aumentando così l’apprendimento del
30%
e arriva direttamente alla musica interna del corpo.
Il ritmo, perché?
Perchè genera movimento anche nel corpicino di un bambino infermo, un movimento interiore non percepibile esteriormente crea una serie di onde che dal corpo arrivano direttamente al cervello e a tutto il sistema nervoso.
Perché il ritmo regola la vita e lo incontriamo in ogni cosa che ci circonda.
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Per l’apprendimento della scrittura è molto importante per esempio muovere le mani.
Muovere le mani fa bene al cervello.
Oggi
i bambini usano pochissimo la motricità fine
e fanno sempre meno attività come prendere i ceci, le lenticchie una ad una, sgranare i piselli, scegliere il riso con l’indice che gratta il tavolo, strusciare le mani tra loro, strusciare le mani come per lavarsele.
Usano poco la cosiddetta pinza.
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L'importanza della ritmica
Saltellando, camminando e muovendosi
si mettono in moto anche le parti del corpo che non sono dominanti, tra cui anche l’emisfero non dominante, tirando fuori così tutto il potenziale a disposizione.
Prima il quoziente di intelligenza veniva misurato con la capacità di linguaggio.
Dopo la scoperta del medico francese
Paul Broca
del 1861 che l’area del cervello responsabile del linguaggio si trova a sinistra, l’
emisfero sinistro
era considerato quello “intelligente”, mentre l'
emisfero destro
veniva chiamato minore.
Il bambino con emisfero destro dominante è quello che potrebbe avere più difficoltà nell’apprendimento scolastico, perché
nella scuola i programmi sono tutti improntati sulle competenze linguistiche a scapito di quelle artistiche, musicali e del movimento.Il movimento è di fondamentale importanza per l’apprendimento, nonché per l’
attivazione dei due emisferi
e di tutta la
percezione sensoriale.
Grazie al movimento i due emisferi collaborano e anche i sensi cooperano tra loro.
L’apprendimento diventa così un’esperienza totale di crescita naturale.
Se il bambino non ha la possibilità di fare esperienza del proprio corpo fin dalla nascita e non sperimenta gli schemi che via via il corpo è capace di fare, ha difficoltà ad acquistare
sicurezza nelle sue capacità naturali e innate
e quello che registra il corpo, lo registra anche la mente.
Ogni schema corporeo della fase evolutiva è innato, viverlo e sperimentarlo serve solo a portarlo fuori dal corpo, a manifestarlo per essere automatizzato ed integrato.
Una volta integrato, quando poi lo dovremo usare nella vita, non ci sarà più bisogno di ristudiarlo e rispolverarlo.
Ogni emisfero ha la sua funzione e il funzionamento integrato della scrittura, cioè senza alcuna compensazione, dipende dalla cooperazione e dall’organizzazione di
entrambi gli emisferi e di tutte le altre parti del cervello.
Per la scrittura è molto importante conoscere il proprio corpo e le parti che sono implicate maggiormente in questa attività, perché scrivere è un movimento del corpo.
Inoltre per scrivere è importante aver acquisito la
conoscenza delle tre dimensioni
in cui si muove il nostro corpo, più ci muoviamo più saremo fluidi nel passare dall’una all’altra dimensione.
Mi muovo bene nelle tre dimensioni quando ho imparato a
conoscere il mio centro.
Questi passaggi sviluppano anche le tre dimensioni in cui lavora il cervello.
Durante un apprendimento statico, totalmente di emisfero sinistro come quello richiesto nella scuola, il movimento è utile per riattivare anche l’emisfero destro e chiamare in campo contemporaneamente tutte e tre le dimensioni del cervello rendendo l’apprendimento globale e completo.
Basterebbe fare qualche movimento di
oscillazione destra-sinistra, alto-basso, avanti-dietro.
Una volta che abbiamo compreso perché il movimento è così importante nell’apprendimento e nello sviluppo della
percezione sensoriale
e di conseguenza per l’utilizzo totale del cervello, vediamo come la musica e la ritmica sono strettamente legate al movimento e come lo aiutano a venir fuori in modo naturale dando al bambino poche indicazioni verbali o addirittura nessuna.
La scrittura è movimento, le lettere sono suono che si alternano in un ritmo e una cadenza.
Nella ritmica
la musica si fonde con il movimento, fino a diventare una cosa sola.
Chi fa musica, fa venire fuori il movimento che ha dentro di sè, esattamente come fa la scrittura e tutto ciò che si può chiamare arte.
Quando il bambino si muove accompagnato da un ritmo, fa del proprio corpo uno strumento.
Infatti il primo strumento musicale è il corpo.
Il ritmo porta ripetitività e rilassatezza.
Anche cantare dona equilibrio e tranquillità, toglie lo stress, perché per cantare c’è bisogno di un ritmo nel respiro e questo rilassa il sistema nervoso.
Se il bambino sente cantare, gli arriva rilassatezza ed equilibrio.
Anche cantare una canzoncina o un racconto, senza avere davanti scenari da guardare, aiuta il bambino a sviluppare la sua immaginazione, proprio come quando si legge un libro senza figure.
Quello che arriva al bambino con la musica, arriva al suo corpo in modo diretto e naturale, senza alcun filtro mentale, generando in lui un movimento spontaneo.
Così anche nella scrittura, se l’apprendimento è avvenuto in
modo integrato, quando il suono di una lettera arriva all’orecchio del bambino, automaticamente saprà riconoscerla e con sicurezza riprodurrà sul foglio il gesto e la forma che la rappresenta, senza paura di sbagliare e/o sentire il bisogno di guardare come si fa.
Quando sente che il gesto e la forma escono dalla sua mano in modo spontaneo, il bambino si sentirà al sicuro e fiducioso di andare avanti nell’apprendimento della scrittura.
Il suono aiuta il corpo ad organizzarsi in un tempo e in uno spazio, così come richiede la scrittura che è un movimento anch’esso strutturato in un tempo e uno spazio.
Il
suono aiuta il corpo a fermarsi, rallentare, ripartire, andare veloce, così come richiede la scrittura che è fatta di pause, rallentamenti, partenze, velocità.
Il movimento abbinato al suono porta a creare forme nello spazio e aiuta il bambino a conoscere e sperimentare le direzioni, l’orientamento, l’organizzazione dello spazio.
In seguito, per scrivere, lo spazio diventerà il foglio e il corpo si trasformerà in una penna.
Divento così il canale della mia scrittura.
Appartengono all’
attività di ritmica
tutti i giochi che aiutano a
sviluppare la memoria e la percezione sensoriale, elementi fondamentali per imparare a leggere e scrivere.
Per la
memoria visiva
sono indicati tutti i
giochi di imitazione.
Per
quella tattile
i giochi che permettono di indovinare “cos’è”, toccando forme e oggetti.
Per la
memoria uditiva
giocare ad indovinare per esempio i vari suoni nella stanza, tenendo gli occhi chiusi.
Per la
memoria cinestetica
i giochi dove si devono riprodurre gesti e/o movimenti appena fatti.
L’attività di ritmica prevede l’utilizzo anche di semplici materiali, come
mattoni, legnetti, foulards, sacchettini, cuscini, corde, stoffe, ecc.
Il loro uso rientra perfettamente nel campo educativo perché ha lo scopo di tirare fuori dal corpo quello che è già presente, aiuta a concretizzare il movimento, ed è valido soprattutto per i più piccoli che hanno meno consapevolezza delle parti del corpo.
Il materiale sostituisce il corpo (non battono le manine, ma battono i legnetti, non ballo io, ma faccio ballare i foulards…) e il bambino vive lo stesso il movimento identificandosi con il suo materiale.I materiali stimolano il movimento e, a seconda di quale viene usato, fanno vivere sensazioni ed esperienze diverse.
Pur essendo uno diverso dall’altro, sono tutti oggetti che donano al bambino sicurezza e fiducia (come una casa), diventando amici con i quali giocare, scoprire, condividere.
Durante l’
attività di ritmica, il bambino fa suo l’oggetto e sente che gli appartiene, ma sa anche che può essere condiviso con gli altri.
Sa che esso può assumere vari significati, può diventare una sfida, un “ostacolo” con il quale misurarsi, può trasformarsi in un amico bisognoso da essere trasportato o con il quale ballare.
Quando poi lo deve distribuire nella stanza, ecco che diventa un mezzo per imparare a strutturare lo spazio e sviluppare la capacità organizzativa.
Il materiale rende possibile e reale il movimento interiore generato dal
ritmo
e dalla
musica.
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La vita si apprende con tutto il corpo,
più il corpo sperimenta più il cervello si espande
e si arricchisce di elementi, di esperienze, di apprendimenti, in un modo naturale e definitivo.
Con il movimento, la musica e il ritmo si può fare esperienza di come queste cose possono sostituire la parola e le solite frasi: “Silenzio! Andate a posto! State fermi!”.
La musica arriva dove non arrivano le parole…
Una musica dolce e ripetitiva come quella di una ninna nanna aiuta ad entrare in uno stato di presenza e di coerenza tra onde cerebrali e cuore, che è lo stato ottimale per l’apprendimento.
Ai bambini piace tantissimo il momento di rilassamento, di coerenza e ascoltare insieme una musica di questo genere porta positività e piacere nell’apprendere la nuova giornata, prima di tutto alle maestre e di conseguenza anche ai bambini.
Non importa essere maestri di musica per fare ritmo, si possono suonare anche solo
due note con un flauto
oppure
battere un gong
e dire ai bambini che al termine della vibrazione devono trovarsi tutti a sedere.
Le minacce e le punizioni lasciano il tempo che trovano e soprattutto registrano nel vissuto del bambino idee distorte dalla realtà.
Le cose fatte con costrizione e per paura della punizione, sono esperienze forzate e non naturali, e come tali non saranno mai integrate nel sistema, rimarranno solo imposizioni che
limitano la libertà di crescita e il valore di sé.
Per esempio, a volte, gli adulti dicono al bambino irrequieto: “Se non fai il bravo ti mando a letto…!”
Cosa registra quel bambino nella sua esperienza emozionale? Che
andare a letto è una punizione, che
il riposo e le pause sono una punizione, che la vita per essere vita deve
essere frenetica e piena di cose da fare.
E, invece, senza le pause e i riposi, l’apprendimento non potrebbe essere sedimentato.
Questo è un invito a creare per i bambini momenti dedicati solo al rilassamento, in cui possono permettersi di stare senza far niente, magari chiudere gli occhi, ascoltare una musica dolce e visualizzare un arcobaleno o un prato verde pieno di fiori e tante farfalle colorate che svolazzano.
La vita è ritmo e il ritmo regola la vita.
Copyright Giuseppina Rotondi