Layout del blog

L'"asilo" è scuola...

Giuseppina Rotondi

Il valore della Scuola dell'infanzia

Quella che oggi si chiama Scuola dell'infanzia e che la maggior parte di noi fa fatica a non chiamarla più “Asilo”, è un posto protetto a disposizione della crescita del bambino, un posto dove altre persone, diverse dai soliti mamma, papà, nonna, nonno, si prendono cura della sua educazione e dove ha la possibilità di misurarsi con altre figure di riferimento e allo stesso tempo dividere i suoi bisogni e le sue necessità con altri esserini.
E fin qui non fa una piega…anzi.
Eppure, per la maggior parte di noi e non solo nei nostri ricordi, l’immagine dell’”Asilo” è quella di un maternage e di un accudimento fisico per il tempo in cui i genitori sono a lavoro o si occupano del fratellino più piccolo.

Per mia esperienza diretta, ma credo anche per tanti miei coetanei, a parte la brutta sensazione di distacco dalla madre, le cose che affiorano da quei ricordi, sono il grembiulino a quadrettini rosa o celeste, il sacchettino della merenda, il pulmino, l’odore classico della scuola, qualche giochino all’aria aperta in giardino, il riposino pomeridiano nell’aula buia con la testa appoggiata sul banco, e… non vedevi l’ora di tornare a casa!
Senza nulla togliere a tutto questo e soprattutto con profondo rispetto per i genitori che vanno a lavorare, io credo che oggi giorno, nella testa delle persone sia cambiato poco o niente e che ancora regni questa immagine un po’ semplicistica dell’”Asilo”: un posto dove portare il bambino a giocare e a socializzare con gli altri fino a che non arriva l’ora in cui qualcuno va a prelevarlo.
Una sorta di surrogato della Scuola con la “S” maiuscola, un posto che ti permette di stare ancora un po’ nel limbo dell’infanzia fino a che non arriva la “cosa seria ed importante”!
Oppure c’è un fenomeno contrario che ha preso piede già da qualche anno: l’idea che il bambino, appena treenne, debba essere bombardato di stimoli continui per arrivare in prima elementare che sappia leggere e scrivere e magari… anche conversare in inglese! 
Tutto ciò sottopone il bambino ad uno stress troppo alto, creando demotivazione e irrequietezza, per non parlare delle insegnanti che si son dovute trasformare in sergenti organizzatrici del tempo e che nei corridoi smistano e formano gruppi di bambini che entrano ed escono da un laboratorio all’altro.
Il desiderio da parte degli adulti di voler bruciare le tappe, procura un forte stress nel bambino.

Il suo corpicino non è ancora pronto e maturo per questo tipo di attività a tavolino, anche i suoi occhi non sono ancora in grado di mettere a fuoco le lettere piccole dei libri e tanto meno scriverle negli piccoli spazi di un quaderno.
Il bambino che va alla Scuola dell'infanzia ha ancora bisogno di sperimentarsi nel gioco, nel movimento, negli spazi grandi, ha bisogno di trovarsi, di conoscersi, di capire cosa può fare con il suo corpo… per poi scoprire le proprie attitudini e capacità.
Ha bisogno del tempo per crescere.

Tornando alla parola “Asilo”, oggi (forse) il termine “Scuola dell'infanzia” l’ha quasi definitivamente sostituita, anche se resta difficile lasciarla andare.
Da quando ho iniziato il mio percorso in materie e attività pedagogiche, la mia opinione sulla Scuola dell'Infanzia è cambiata radicalmente.
Ho compreso quanto sono fondamentali per il bambino questi tre anni e soprattutto l’importanza di “come stare” con lui e di “cosa fargli fare”.
Ne ho avuto la conferma qualche anno fa, chiedendo quale fosse il suo lavoro ad una donna seduta accanto a me ad un Seminario sull’educazione, e sentendomi rispondere: “Io? Insegno in un Asilo nido”.
Il giorno dopo, questa donna era già una delle mie più care amiche...
Con la sua risposta mi aveva aperto un mondo, mi aveva fatto capire quanto veramente fosse importante il suo ruolo e quello di tutte le maestre degli Asili Nido e delle Scuole dell'Infanzia.
E’ vero, sono una sostituzione del genitore, un accompagnamento educativo, un accudimento, sono una cura, un creare spazi di gioco e socializzazione e, se proprio vogliamo, anche un contribuire all’economia nazionale permettendo al genitore di andare a lavorare, ma sono anche tanto altro, sono molto di più... SONO SCUOLA!

L’apprendimento della vita inizia dal primo giorno in cui nasciamo e finisce con l’ultimo giorno in cui moriamo.
La Scuola, come tante altre cose, non è altro che un canale per questo apprendimento, NON è l’apprendimento.
Il cervello è solo un organo e uno strumento a nostra disposizione con l’arduo compito di interpretare, codificare, registrare ogni stimolo esterno per ampliare via via il mio apprendimento, ma senza tutto il resto del corpo che contiene gli organi capaci di percepire tutto questo, non riuscirebbe a fare niente del suo lavoro.
Quindi, il veicolo principale per percepire l’apprendimento è il corpo.
Se gli organi sensoriali e il resto del corpo non sono ancora maturi e pronti per apprendere una determinata cosa, la imparo lo stesso è vero, ma in un modo forzato e non integrato.
E come tutte le cose forzate, il sistema psicofisico farà fatica ad automatizzarla e a farla veramente sua, e resta per tanto tempo nell’attesa di essere compresa e capita definitivamente.
A questo punto entra in gioco la Scuola dell'Infanzia con i suoi programmi e le sue proposte e soprattutto con l’atteggiamento, il pensiero e la testa di chi ci lavora.
Se uno è insegnante di Scuola dell'Infanzia ma avrebbe voluto essere di ruolo alla Scuola Elementare o Superiore, come farà ad essere totalmente presente al suo lavoro e al suo compito che quotidianamente è chiamato a svolgere?

Sposare e amare il proprio compito è uno dei primi insegnamenti che il bambino riceve dal suo maestro, con il suo atteggiamento, ed è risaputo che il canale di apprendimento primario è l’imitazione.
Il bambino avrà desiderio di imparare se ha come figure di riferimento persone che amano e rispettano il proprio compito. Gli viene voglia di andare avanti nel suo percorso di crescita e vivrà la scuola non come un’imposizione ma come uno strumento a sua disposizione.
Per lui diventerà la “scuola del piacere” e non la “scuola dell’obbligo”!
Riconoscere l’importanza di essere un’insegnante di Scuola dell'Infanzia.
La Scuola dell'Infanzia getta le basi, le fondamenta per un naturale apprendimento, offrendo al bambino gli stimoli adatti alla sua età e alla sua fase di sviluppo psicocorporeo, stimoli che non creano sconfitte, frustrazioni, paura di non riuscire, ansia di prestazione.
Le proposte adatte alla sua età porteranno il bambino ad avere fiducia in se stesso e nella vita, con motivazione e desiderio di guardare avanti, verso apprendimenti sempre più consoni alla sua crescere.
Non c’è apprendimento più importante ed efficace di quello che è avvenuto precedentemente.
Quello che viene dopo non si crea da solo, ha bisogno delle basi, ha bisogno di un appoggio su cui costruirsi, passo dopo passo.

Un docente universitario non è più importante di una maestra di asilo, anzi.
Il compito di un docente universitario sarà semplificato se la prima maestra del suo allievo sarà riuscita a trasmettere al bambino di allora il piacere di un apprendimento integrato e naturale.

Senza la maestra di asilo, sarebbe come diventare adulti senza mai aver provato la gioia e la bellezza di essere stati bambini.
Saranno adulti che avranno paura, che non sapranno dove mettere le mani, che di fronte alle responsabilità crolleranno come castelli di sabbia.
 
La Scuola dell'infanzia e le sue maestre sono le fondamenta dell’apprendimento, soprattutto quando i principi di educazione abbracciano il bambino nella sua globalità.

Copyright Giuseppina Rotondi
Autore: Giuseppina Rotondi 14 febbraio 2025
14 Febbraio - San Valentino
Autore: Giuseppina Rotondi 24 dicembre 2024
Il Natale: bisogno o amore?
Autore: Giuseppina Rotondi 22 dicembre 2023
“Il nostro cuore bambino” Natale, la festa dei desideri, dell’amore e della bontà... (continua)
Autore: Giuseppina Rotondi 18 maggio 2023
Stamani ho viaggiato tra le frane, il fango, i tanti giubbotti arancioni pronti a far segno con la mano di rallentare perché la strada è pericolosa. Persone fuori dalle case a contare i danni, a prendere coscienza di ciò che c’era e di ciò che è andato… La distruzione porta il cambiamento, il nuovo, la cura per quelle cose lasciate in fondo alla cantina in attesa di essere sistemate, rivalutate, eliminate.
Autore: Giuseppina Rotondi 8 dicembre 2022
“MARIO LIBERA TUTTI!” La tradizione: amore o moralismo?
Il nostro corpo è la più grande famiglia che abbiamo. Ogni organo un nostro avo, ogni emozione nostr
Autore: Giuseppina Rotondi 26 dicembre 2021
Il nostro corpo è la più grande famiglia che abbiamo. Ogni organo un nostro avo, ogni emozione nostra madre, ogni pensiero nostro padre.
Autore: Mimma Fusco 29 ottobre 2021
La fisica quantistica e l'epigenetica spiegano come l'ambiente influisca e controlli l'attività dei geni e del nostro benessere. Ambiente e persona sono interdipendenti e si influenzano a vicenda, per questo è importante creare e stare in un ambiente capace di influenzare positivamente la nostra vita.
Autore: Giuseppina Rotondi 9 maggio 2021
LA REGINA Incoronate la Regina della vostra Vita! Mettetele sul capo la corona più bella, più fiorita, più colorata. Danzate davanti a lei, danzate per lei. Lo avete già fatto per tutta la vita, per renderla felice. Continuate, non smettete. Lei aspetta il vostro sorriso, il vostro movimento, il vostro riconoscimento.
Autore: Giuseppina Rotondi 25 aprile 2021
SCELTA E LIBERTA’ Scegliere nell’amore della Libertà Scelta e Libertà… In apparenza due energie dello stesso movimento, due sorelle inseparabili unite da un’unica matrice. A volte complementari, a volte susseguenti… Solo dietro al visibile ognuna può trovare la propria origine e la propria collocazione: la Scelta sulla Terra, la Libertà nell’Universo.
Autore: Giuseppina Rotondi 28 marzo 2021
Una domenica oggi dedicata alla Pace. Una parola troppe volte sentita, troppe volte pronunciata… Ma cos’è? Dov’è? In quale luogo nascosto si trova? Stamani, mentre portavamo a benedire i rametti del nostro ulivo, ho fatto una domanda a Maria Laura: “Mary, dov’è la Pace?” E lei, dopo un po’, ha risposto: “Nel cuore…”, mettendosi una mano sul petto,
Altri post
Share by: