La pace

Giuseppina Rotondi

La pace

Carissimi,

Una domenica oggi dedicata alla Pace.

Una parola troppe volte sentita, troppe volte pronunciata…

Ma cos’è? Dov’è? In quale luogo nascosto si trova?

Stamani, mentre portavamo a benedire i rametti del nostro ulivo, 

ho fatto una domanda a Maria Laura: 

“Mary, dov’è la Pace?”

E lei, dopo un po’, ha risposto: 

“Nel cuore…”, mettendosi una mano sul petto,

e poi: “TU TU, TU TU, TU TU”, imitandone il battito.


Questo è il mio augurio in questa "sacra settimana": 

che la nostra Essenza, a cavallo di un umile somaro, 

possa entrare nel nostro cuore ed essere accolta, 

sventolando rami di palme e di ulivo, con gioia e clamore. 

Con una mano sul petto, 

ritrovare il centro del nostro cuore, 

il nascondiglio segreto della Pace.

Ogni costrizione si placa, ogni bramosia si acquieta,

la solitudine sparisce, il rancore si trasforma.


Lontani dal cuore ci perdiamo il presente, 

ci si sente soli e abbandonati, 

costretti a condizioni che il nostro ego non ha voluto né cercato 

e invece di celebrare ogni nuovo giorno, e stare attenti a ciò che porta, 

ci sembra che il tempo si sia fermato.


“Mah, quest’anno non sembra neanche Pasqua”,

“Ma che arriva a fare la Pasqua? Tanto non si può fare niente”

“Ogni giorno è uguale all'altro”.

Tolto il "fuori", tutto sembra vuoto di significato... 


L’Essenza, con la sua umiltà, ci aiuta a ritornare adulti, 

a stare con ciò che è, giorno dopo giorno.

L’Essenza va diretta al cuore, dove non esiste più separazione, 

né errore, né rammarico, né rimprovero, 

ogni cosa viene accolta come un’occasione, 

come una grande opportunità.

 

Auguro a tutti noi di ritrovare la forza del cuore, 

la forza della connessione, 

la forza innata dell’anima 

capace di sentirsi "collegata" a tutto e a tutti, in ogni momento.

Cercarla, trovarla, rispolverarla.

 

“Gesù è morto per noi”… 

Per tanti anni mi sono chiesta quale fosse il significato.

Gesù, anima fatta corpo per rivelare agli uomini l’amore incondizionato.

 

Una settimana speciale per una forza speciale.

Una settimana per rispondere:

"Per chi saremmo disposti a “morire sulla croce"?"

"Per chi saremmo disposti a mettere da parte i nostri desideri?"

"Per chi saremmo disposti a rinunciare ai nostri principi?"

 

Mettere da parte noi stessi per ritornare ad accorgersi della vita, 

per rientrare al proprio posto, 

nella presenza del cuore, 

capaci di dare senza sentirne la rinuncia.

Il sacrificio che si trasforma in un servizio, 

il rimprovero in un grazie, 

la critica in un apprezzamento…

 

Auguro a tutti noi di trovare il digiuno dell’ego e il cibo del dare.

Prepariamoci,

qualcosa di nuovo sta per arrivare nell’Uovo della Vita.


Buona Pasqua

Pina

Autore: Giuseppina Rotondi 16 aprile 2025
La Settimana Santa è il passaggio dall’oscurità alla luce. La luce della Risurrezione. È quel tempo in cui ci sembra di aver perso l’anima, quando invece è lei ad aver perso Dio, smarrita tra ego e paura. Il cammino verso la sua Pasqua è fatto di passaggi profondi e sacri: confessione, penitenza, purificazione, trasformazione. Se liberate dal significato tradizionale, queste parole riacquistano la loro verità. Confessare significa riconoscere dove l’ego ha prevalso, dove le nostre scelte hanno generato disarmonia. È il primo passo, quello che ci porta dalla colpa alla responsabilità. È dire: “Questa parte è mia, la riconosco, e scelgo di trasformarla”. Da quel momento i nostri errori vengono rimessi nelle mani del grande movimento dello Spirito, quella forza creatrice che opera silenziosamente e che tutto trasforma. Inizia così la penitenza, intesa non come sacrificio punitivo, ma come gesto consapevole di rinuncia. Rinuncia a ciò che appare indispensabile per il piccolo ego, ma che in realtà limita l’anima. La penitenza purifica la parte più profonda di noi, quella che sa abbandonare vecchi automatismi per un nuovo più autentico. È un modo per purificare il cuore, spogliarsi e indossare vesti nuove, come facevano i nostri genitori il giorno di Pasqua per simboleggiare l’avvenuto rinnovamento. Come Gesù nell’Orto dei Getsemani, sopraffatto dalla paura, chiese al Padre di allontanare il calice, anche noi, nella nostra fragilità, possiamo tendere un ponte verso Dio. È lì, nel fondo della notte interiore, che Lo incontriamo; nel luogo senza riferimenti, nell’ignoto, nel caos, nell’insicurezza della paura. Quando tutto sembra finito e arriva il dono della resa; quando il rumore si placa e finalmente possiamo ascoltarLo. La Settimana Santa diventa così riconciliazione, una preghiera che non chiede, che non sa cosa avverrà né cosa porterà. Quel vuoto fertile dove avviene il miracolo: il corpo si dissolve e dalla tomba interiore risorge lo Spirito. La Settimana Santa apre nuove strade, quelle che attendono di risorgere con noi. E quando questo avverrà, saremo dei perfetti sconosciuti, persino a noi stessi. “Cosa ho fatto oggi a servizio della vita e degli altri?”. È questa la domanda che nasce nel cuore rinnovato, perché il servizio è la forma più concreta della Risurrezione. È il miracolo dopo la sofferenza. La Risurrezione non è un’ascesa o una fuga verso l’alto, è un risveglio che accade qui, nel corpo, nella materia, nel presente. In un amore che si fa utile. È un miracolo per chi sa accoglierlo. Ed è lì, in quell’umile disponibilità al nuovo, che incontro Dio. Buona Pasqua a tutti, dal cuore. Giuseppina
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