ALI'… BABA' e il suo cuore
Giuseppina Rotondi
ALI'… BABA' E IL SUO CUORE

Ieri sulla spiaggia, al nostro ombrellone, si è fermato un uomo di nazionalità Pakistana e si è messo a parlare con mia figlia Maria Laura.
Le ha chiesto come si chiamava e lui si è presentato scandendo bene ogni sillaba per farsi capire: "Io - mi - chiamo - Alì…" e poi scherzando ha aggiunto "…Babà". Glielo ha ripetuto tante volte fino a che Maria Laura non è riuscita a ripeterlo.
Io abitualmente, quando mi si avvicinano per vendere qualcosa, liquido con la solita cantilena: "Grazie, ma non ho bisogno di nulla". Ho ripetuto la stessa cosa con lui, senza neanche alzare gli occhi dal mio ennesimo cruciverba. Ma lui, "rapito" solo da Maria Laura, non si è nemmeno spostato. Le ha chiesto: "Ti piace più un anello o un braccialetto"
e lei ha risposto: "…etto…", che nel suo "gergo" vuol dire braccialetto.
Guardandolo da sopra gli occhiali scuri, ho ripreso la mia cantilena: "Non ho bisogno di niente, grazie. Abbiamo già comprato ieri un braccialetto".
Lui con aria dolce e nel suo italiano imperfetto, mi ha guardato dicendo: "Ma io non voglio soldi… regalo io…"
e ha aggiunto: "Anche mia sorella, sai…?" e mettendosi una mano sul cuore: "E' un vero piacere per me, perché è come regalarlo a lei".
Allora ho capito dai suoi occhi umidi che aveva una sorella lontana con le stesse problematiche di Maria Laura, alla quale era profondamente legato.
…Ha preso il braccialetto più bello che aveva nel suo pesante borsone e lo ha infilato al braccio di Maria Laura.
Io, a quel gesto e a quelle parole, sono rientrata nel mio essere presente e ho cambiato registro: "Grazie Alì, mi dispiace, non ho neanche il portafogli con me, altrimenti ti avrei dato i soldi che ti spettano". E lui scuotendo la testa e ancora con la mano sul cuore mi ha ripetuto: "Ma io non voglio soldi…" e ci ha salutato con un sorriso sdentato, continuando il suo cammino…
Questi incontri di anime hanno il potere di sciogliere in me ogni resistenza, ogni dolore, ogni ribellione. Aprono orizzonti vasti, immensi, pieni di amore incondizionato.
Arriva la nostalgia dell'unione cosmica… quella che improvvisamente ti fa sentire a casa, accolta e protetta.
Le lacrime arrivano spontanee, non per dolore o sofferenza, ma per gioia, compassione, condivisione. Arrivano da sole e sembrano non avere più fine, sconfinate negli occhi dolci di Alì…
Alì: una risposta alla domanda universale del se esiste l'Amore con la "A" maiuscola.
Alì: un Sì senza condizioni.
Anche in mezzo agli "ombrelloni ricchi" di un residence toscano in riva al mare, dove di fronte ad una "coppia" di madre e figlia disabile, è facile incontrare occhi isolati, imbarazzati, insicuri. I pensieri e le considerazioni personali arrivano rumorosi e il più delle volte non hanno niente a che fare con la realtà… restano solo dei viaggi mentali fini a se stessi, che possono togliere forza e coraggio a chi vive situazioni "diverse".
Sguardi che appesantiscono l'animo e che riportano gli occhi in dentro, verso antichi dolori e sentimenti che pensi di aver superato da tempo. L'essere prigioniero in una mente che non ammette evoluzione e cambiamento, diventa irrefrenabile… E poi inaspettatamente arriva Alì, messaggero di Dio.
"Apri gli occhi e guarda!". Un ammonimento dell'Universo, meritato, per essere restato per troppo tempo chiuso e rigido nella tua condizione di "diverso". Un ammonimento che dice: "Apri gli occhi e guarda! Solo in questa prigione potrai trovare l'Amore più grande, quello vero, quello pulito, quello che non deve essere guadagnato. Esci dal tuo egoismo! Entra nel servizio! Se non impari l'Amore attraverso tuo figlio, rimarrai solo per sempre".
Un rimprovero unico e straordinario.
Grazie Alì, il tuo cuore ha aperto il mio…

La Settimana Santa è il passaggio dall’oscurità alla luce. La luce della Risurrezione. È quel tempo in cui ci sembra di aver perso l’anima, quando invece è lei ad aver perso Dio, smarrita tra ego e paura. Il cammino verso la sua Pasqua è fatto di passaggi profondi e sacri: confessione, penitenza, purificazione, trasformazione. Se liberate dal significato tradizionale, queste parole riacquistano la loro verità. Confessare significa riconoscere dove l’ego ha prevalso, dove le nostre scelte hanno generato disarmonia. È il primo passo, quello che ci porta dalla colpa alla responsabilità. È dire: “Questa parte è mia, la riconosco, e scelgo di trasformarla”. Da quel momento i nostri errori vengono rimessi nelle mani del grande movimento dello Spirito, quella forza creatrice che opera silenziosamente e che tutto trasforma. Inizia così la penitenza, intesa non come sacrificio punitivo, ma come gesto consapevole di rinuncia. Rinuncia a ciò che appare indispensabile per il piccolo ego, ma che in realtà limita l’anima. La penitenza purifica la parte più profonda di noi, quella che sa abbandonare vecchi automatismi per un nuovo più autentico. È un modo per purificare il cuore, spogliarsi e indossare vesti nuove, come facevano i nostri genitori il giorno di Pasqua per simboleggiare l’avvenuto rinnovamento. Come Gesù nell’Orto dei Getsemani, sopraffatto dalla paura, chiese al Padre di allontanare il calice, anche noi, nella nostra fragilità, possiamo tendere un ponte verso Dio. È lì, nel fondo della notte interiore, che Lo incontriamo; nel luogo senza riferimenti, nell’ignoto, nel caos, nell’insicurezza della paura. Quando tutto sembra finito e arriva il dono della resa; quando il rumore si placa e finalmente possiamo ascoltarLo. La Settimana Santa diventa così riconciliazione, una preghiera che non chiede, che non sa cosa avverrà né cosa porterà. Quel vuoto fertile dove avviene il miracolo: il corpo si dissolve e dalla tomba interiore risorge lo Spirito. La Settimana Santa apre nuove strade, quelle che attendono di risorgere con noi. E quando questo avverrà, saremo dei perfetti sconosciuti, persino a noi stessi. “Cosa ho fatto oggi a servizio della vita e degli altri?”. È questa la domanda che nasce nel cuore rinnovato, perché il servizio è la forma più concreta della Risurrezione. È il miracolo dopo la sofferenza. La Risurrezione non è un’ascesa o una fuga verso l’alto, è un risveglio che accade qui, nel corpo, nella materia, nel presente. In un amore che si fa utile. È un miracolo per chi sa accoglierlo. Ed è lì, in quell’umile disponibilità al nuovo, che incontro Dio. Buona Pasqua a tutti, dal cuore. Giuseppina

Stamani ho viaggiato tra le frane, il fango, i tanti giubbotti arancioni pronti a far segno con la mano di rallentare perché la strada è pericolosa. Persone fuori dalle case a contare i danni, a prendere coscienza di ciò che c’era e di ciò che è andato… La distruzione porta il cambiamento, il nuovo, la cura per quelle cose lasciate in fondo alla cantina in attesa di essere sistemate, rivalutate, eliminate.

La fisica quantistica e l'epigenetica spiegano come l'ambiente influisca e controlli l'attività dei geni e del nostro benessere.
Ambiente e persona sono interdipendenti e si influenzano a vicenda, per questo è importante creare e stare in un ambiente capace di influenzare positivamente la nostra vita.

LA REGINA
Incoronate la Regina della vostra Vita!
Mettetele sul capo la corona più bella,
più fiorita, più colorata.
Danzate davanti a lei,
danzate per lei.
Lo avete già fatto per tutta la vita,
per renderla felice.
Continuate, non smettete.
Lei aspetta il vostro sorriso,
il vostro movimento,
il vostro riconoscimento.

SCELTA E LIBERTA’
Scegliere nell’amore della Libertà
Scelta e Libertà…
In apparenza due energie dello stesso movimento, due sorelle inseparabili unite da un’unica matrice.
A volte complementari, a volte susseguenti…
Solo dietro al visibile ognuna può trovare la propria origine e la propria collocazione:
la Scelta sulla Terra, la Libertà nell’Universo.